C’era una volta la “Regione del buon vivere” per la qualità della vita. La crisi mette in ginocchio anche l’Umbria, dove aumenta il numero degli indigenti ed è boom di sfratti. L’Unione sindacale di base dirama numeri allarmanti.
LA POVERTA’ - Se tra il 2008-2010 i nuclei famigliari poveri erano circa 20.mila, il 5,5% - nel 2011 l` ISTAT stima i nuclei famigliari poveri pari a oltre 36mila, quasi il 9% ciò ci avvicina a alla media nazionale dell'11%. In uno stato molto grave di povertà vivono 6.300 famiglie 1,7 % di tutte le famiglie umbre, appena al di sopra della soglia di povertà vi è un altro 5 per cento pari a 19mila famiglie, considerando il reddito famigliare rischiano la povertà 109mila famiglie, il 10%.
GLI SFRATTI - La crisi economica in Umbria (160 vertenze aperte - 41000 disoccupati - 13000 cassaintegrati- 27000 precari e scoraggiati, il tasso di occupazione è del 63% nella popolazione tra i 15 e 64 anni che è di 559.413) si sta avvertendo sempre più sul reddito delle famiglie con conseguenze come lo sfratto per morosità, il che fino a pochi anni fa, quasi del tutto inesistente.
L’abbandono di politiche abitative per la casa e l’affidamento al mercato immobiliare ha aggravato l’emergenza abitativa. In Umbria la stima di necessita d’alloggi popolari è di 10.000 alloggi, soltanto il 10% delle domande di alloggi popolari può essere soddisfatta, nel 2013 la richiesta di case popolari è aumentata del 25% rispetto all' anno precedente, consideriamo anche si registrano 42 mila vani sfitti invenduti.
Molte altre nazioni hanno superato il periodo di crisi molto velocemente, l'Italia invece è ancora in alto mare.