Case ai figli: IMU, mancato incasso di 37 milioni di euro

Enrico Zanetti è il vice presidente della Commissione camerale sulle Finanze, nonché, per il partito di Mario Monti Scelta Civica Responsabile anche delle politiche fiscali. Sue le parole su un concetto importante in materia di IMU: se le case date ai propri figli o ai partenti di prima linea in comodato gratuito venissero equiparate sul piano fiscale alla prima casa, ci sarebbe una perdita ingente per quella tipologia di immobili. La conseguenza del mancato incasso derivante dall’IMU non pagata, toccherebbe i 37 milioni di euro. La cifra è sicuramente molto alta, ma resta comunque inferiore a quel miliardo di euro che è stato previsto a livello di investimento, quando si volevano escludere dal pagamento anche le case di lusso che rappresentavano una prima proprietà.

Tale riflessione nasce a seguito di un’interrogazione parlamentare a cui ha partecipato lo stesso Zanetti, presentata nei giorni scorsi, che vede tra le altre figure politiche, anche i deputati del medesimo partito: Mario Sberna e Giulio Sottanelli. Il Vice Presidente della Commissione Finanze è stato alquanto netto nel mettere in evidenza quella che, secondo la sua autorevole opinione, è una scelta assolutamente priva di logica. Ciò vuol dire che bisogna privilegiare l’esenzione per immobili dal valore maggiore, obbligando a pagare chi ha ricevuto in comodato d’uso gratuito case che hanno un valore molto inferiore.

Secondo quanto dice Zanetti, è dall’inizio dell’attuale legislatura che sia lui che altri fautori di questa tesi, tentano di portare alla luce dei riflettori il problema. Si cerca di renderlo l’ordine del giorno nelle riunioni, ma finora i tentativi sono stati vani. Nel momento in cui il Decreto IMU si convertirà in legge, il problema dell’esentazione di queste seconde case si sposterà finalmente in Parlamento.

Troppe modifiche e tante incertezze sulle tasse degli immobili, ogni governo cambia le regole a modo suo.