Compravendite immobiliari, ecco i primi effetti negativi coronavirus

L’Agenzia delle Entrate, con il suo Osservatorio del Mercato Immobiliare, ha pubblicato le statistiche trimestrali del mercato residenziale italiano in riferimento al primo quarto del 2020. Un periodo in cui, come è noto, è coinciso con il momento nel quale ha iniziato a manifestarsi in tutta la sua gravità la crisi sanitaria per la diffusione del virus COVID-19, e i cui dati statistici non possono, dunque, che riflettere almeno in parte gli effetti negativi di quanto avvenuto.

Come ricorda l’OMI nel suo dossier, tutti i dati riportati in tale nota prima nota trimestrale 2020, seppur riferiti a un periodo nel quale la crisi era già in atto, non riescono tuttavia a cogliere in maniera piena quali sono stati gli effetti economici della crisi come riflessa sul mercato immobiliare.

In effetti, sottolinea ancora il dossier dell’Agenzia delle Entrate, il confinamento (lockdown) ha ridotto drasticamente la possibilità di redigere rogiti nel mese di marzo nel I trimestre, ad aprile e parzialmente a maggio del successivo trimestre, con gli effetti di aprile e di maggio che tuttavia saranno inglobati all’interno del dossier del secondo trimestre 2020.

Gli effetti economici sul mercato immobiliare, determinati dal più generale calo delle attività economiche e dell’occupazione, saranno dunque probabilmente valutabili nella loro completezza solo nei prossimi trimestri, quando si potranno consuntivare gli effetti sul mercato immobiliare di questa crisi che interrompe bruscamente la fase di crescita in atto dal 2014 in maniera praticamente continuativa.

Stando ai dati statistici ora a disposizione, nella zona euro l’EUROSTAT stima per il primo trimestre del 2020 una decisa flessione del PIL, pari al -3,8 per cento rispetto al trimestre precedente, e al -3,2 per cento rispetto al primo trimestre del 2019. Le cose dovrebbero andare ancora peggio in Italia, dove nel primo trimestre del 2020 il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito del 5,3% rispetto al trimestre precedente e del 5,4 per cento nei confronti del primo trimestre del 2019.

L’OMI segnala poi che l’indicatore ciclico coincidente Ita-coin, realizzato dalla Banca d’Italia e in grado di misurare la dinamica di fondo dell’economia italiana, ha mostrato all’inizio del 2020 una stazionarietà di fondo dell’attività economica nel quadro economico congiunturale. Nel mese di marzo il dato è tuttavia iniziato profondamente a flettere, per poi crollare nel successivo mese di aprile, in concomitanza con l’inasprirsi degli effetti delle misure di contenimento del nuvoo coronavirus.

Parlando poi sul fronte del mercato del lavoro, ad aprile 2020 nella zona euro salgono a 11,9 milioni i disoccupati nell’area euro, con un incremento di 211 mila in più rispetto al mese di marzo, e con il tasso di disoccupazione in crescita al 7,3 per cento dal 7,1 per cento di marzo.

Nel nostro Paese, anche in questo caso, le cose vanno generalmente piuttosto peggio. In Italia (stando ai dati ISTAT), nel mese di aprile 2020 l’effetto dell’emergenza COVID-19 sul mercato del lavoro è apparsa più profonda rispetto a marzo, con l’occupazione ha registrato una diminuzione di quasi 300 mila unità, che ha portato nei due mesi a un calo complessivo di 400 mila occupati e di un punto percentuale nel tasso di occupazione.

Si tenga conto che il tasso di disoccupazione in soli due mesi diminuisce di quasi tre punti percentuali e che il tasso di inattività aumenta in misura analoga. Le tendenze rilevate ad aprile nel mercato del lavoro coinvolgono entrambe le componenti di genere e tutte le classi d’età.