Effetto certificazione acustica sul valore degli immobili

Il Governo sta vagliando alcune iniziative legislative per ridurre le conseguenze dell’inquinamento acustico: per il momento è stato stabilito che dal 2012 le nuove costruzioni dovranno avere necessariamente un certificato di classificazione acustica e che questo dato andrà espressamente inserito nelle compravendite immobiliari future. La previsione rimanda alla normativa Uni 11367 («Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Procedura di valutazione e verifica in opera»). Sono esclusi dalla previsione locali pubblici destinati ad ospitare spettacoli, edifici lavorativi, agricoli o ospedali. Dal 1 Gennaio 2014 inoltre tutte le unità immobiliari, per ottenere un livello minimo di abitabilità, dovranno rientrare almeno nella classe II della certificazione acustica. Le misurazioni saranno eseguite da tecnici competenti dopo sopralluoghi ad hoc. La vexata quaestio in materia riguarda in particolare la possibilità che questo requisito faccia scendere il valore degli immobili in alcune zone, in particolare nei centri storici. Secondo Confedilizia questo potrebbe anche non accadere ma in ogni caso sarà invece sicuro un esborso economico da parte dei proprietari immobiliari. Corrado Sforza Fogliani, Presidente di Confedilizia, ha sottolineato i disagi da questa prospettiva, che la certificazione potrebbe comportare, equiparando quella acustica a quella energetica. In particolare è stato contestato il carattere necessariamente temporaneo di questo tipo di certificazione. Sicuramente sul versante opposto verranno rivalutati grazie a questo intervento immobili in zone periferiche, magari meno attraenti dal punto di vista architettonico e meno pratiche per quanto concerne i collegamenti, ma sicuramente apprezzabili per la tranquillità dell’area circostante. Un progetto molto interessante che andrà però a svalutare molti immobili presenti in certe zone della città.