Esenzioni ICI: documentarsi per evitare problemi con fisco

Molti Comuni riconoscono il diritto di uso gratuito degli immobili concessi a parenti in linea retta o collaterale, con conseguente esenzione dall’ICI per il proprietario della casa in questione. L’unica apparente condizione da rispettare è che i familiari che usufruiscono dell’immobile vi risiedano abitualmente. La procedura viene spesso presentata come molto semplice ma può essere ingannevole. Basta davvero compilare la domanda preimpostata e consegnarla al comune competente territorialmente? Ciò che occorre sottolineare, e che troppo spesso viene trascurato, è la natura di questa domanda: il documento vale infatti a tutti gli effetti come autocertificazione. Il contribuente si assume quindi con la firma della domanda di esenzione tutte le responsabilità penali derivanti da falsa dichiarazione o da dati non corretti. Per essere in regola e non incorrere in sanzioni penali occorre depositare il contratto di comodato in uso gratuito prima della domanda in analisi, presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate. La legge prevede infatti l’obbligatorietà della registrazione del contratto di comodato sugli immobili. I rischi per chi viola, anche se involontariamente, questa normativa, sono aumentati di recente, a seguito dell’introduzione del modello 69 per la registrazione dei contratti che, includendo il quadro D relativo ai dati catastali dell’immobile, rende più difficile l’evasione fiscale. Se è vero quindi che in caso di comodato ad uso gratuito di parenti in linea retta o collaterale, è altrettanto vero che bisogna accertarsi degli obblighi previsti e del corretto iter da seguire per non incorrere in conseguenze amministrative e penali. Nonostante la questione sia da attribuire in parte all’atteggiamento forse troppo superficiale di alcuni Comuni, non possiamo dimenticare il principio per cui “la legge non ammette ignoranza”. Cercate sempre di essere informati, su questo sito troverete tante notizie utili riguardo il mercato immobiliare.