Normativa in materia di bonifiche

Di recente è stato rilevato come in tema di bonifiche la normativa italiana potrebbe essere non in linea con il diritto comunitario.

Il Consiglio di Stato, attraverso le ordinanze n. 21 del 25 settembre 2013 e n. 25 del 13 novembre 2013, ha infatti preso la decisione di rimettere alla Corte di Giustizia europea la questione sulla compatibilità tra le norme di cui agli articoli 244, 245 e 253 del Codice dell’ambiente (D.Lgs. 152/2006) e i principi comunitari in materia ambientale.

Cerchiamo ora di capire quanto è stato osservato da Palazzo Spada. Ovvero, il Consiglio di Stato ha affermato che la legge italiana prevede che “in caso di accertata contaminazione di un sito e di impossibilità di individuare il soggetto responsabile della contaminazione o di impossibilità di ottenere da quest’ultimo gli interventi di riparazione, non consente all’autorità amministrativa di imporre l’esecuzione delle misure di sicurezza d’emergenza e di bonifica al proprietario non responsabile dell’inquinamento, prevedendo, a carico di quest’ultimo, soltanto una responsabilità patrimoniale limitata al valore del sito dopo l’esecuzione degli interventi di bonifica”.

Quanto previsto sul territorio italiano potrebbe ora essere assolutamente in contrasto con la disciplina comunitaria in tema di bonifiche. E’ per questa ragione che Consiglio di Stato ha, dunque, chiesto alla Corte di giustizia Ue un parere sulla legittimità o meno delle relative norme del Codice Ambiente rispetto a molteplici principi. Stiamo parlando del principio “chi inquina paga”, dei principi di precauzione, di azione preventiva e di correzione in via prioritaria alla fonte dei danni causati all’ambiente.

L'inquinamento ambientale è un grosso problema che va risolto in tempi brevi, servono maggiori sforzi e impegno da parte di tutti quanti.