Tempi di vendita degli immobili, nuova flessione in Italia

Le ultime rilevazioni effettuate da Nomisma sottolineano come, ancora una volta, il fenomeno della riduzione dei tempi medi di vendita si stia consolidando nel nostro Paese, cavalcando così un trend che è iniziato nel 2014 per le abitazioni e nel 2015 per uffici e negozi quando, nella media dei mercati, si sono realizzate le condizioni per un cambiamento della congiuntura.

Da quel punto di partenza in poi i tempi medi di vendita si sono progressivamente ridotti, anche se non sono ancora tornati ai livelli pre-crisi (ante 2008, per intenderci). Secondo la società che ha condotto le rilevazioni, in maggior dettaglio, se si esclude il mercato residenziale di Roma, i cui tempi di vendita sono rimasti invariati nell’ultimo anno, tutti gli altri mercati hanno fatto registrare miglioramenti più o meno significativi. per quanto concerne invece il segmento degli uffici, l’eccezione alla dinamica favorevole è rappresentata dalle aree urbane di Bologna, Milano e Roma, i cui tempi medi di vendita sono tornati nuovamente a crescere, mentre nel segmento dei negozi Roma e Torino si sono mossi in controtendenza.

Ad ogni modo, questa maggiore vivacità del mercato degli immobili non può che tradursi in prima battuta in un aumento delle compravendite. Stando a Nomisma, infatti, lo sconto praticato sul prezzo richiesto in media si attesta intorno al 15 per cento per il settore residenziale, al 16,5 per cento per gli uffici e al 15,8 per cento per i negozi, valori che ancora superano di circa 4-5 punti percentuali i livelli pre-crisi.

Ricordiamo infine come per Nomisma la flessione dei prezzi registrata negli ultimi tre anni sia scaturita da un sostanziale adeguamento al ribasso della parte offerente, solo in parte attenuato dalla minore entità degli sconti riconosciuti in fase di trattativa, che ha contribuito al contenimento del calo dei prezzi. Rispetto al 2015, conclude Nomisma, il 2016 ha visto il proseguimento della correzione delle aspettative della parte venditrice e, al contempo, si è ulteriormente ridotto lo sconto mediamente praticato in fase di trattativa. Diversa la situazione in corrispondenza dei segmenti direzionale e commerciale, dove la residua debolezza ha impedito una contrazione degli sconti, accentuando gli effetti recessivi sui prezzi finali. Nel 2016 la variazione tendenziale annua dei prezzi è risultata ancora negativa, con un campo di variazione compreso tra -2,3 per cento per uffici e -1,2 per cento per abitazioni nuove – conclude la rilevazione della società.