Tributo unico sugli immobili

L’Italia inizia un lungo percorso verso il federalismo fiscale e lo fa proponendo un’unica tassa sugli immobili, che tenga conto di tutte le diverse prospettive che concorrono attualmente a giustificare ogni singolo tributo. Un unico tributo da destinare ai Comuni che riassuma e inglobi in sé tutte le imposte e le forme di prelievo che attualmente gravano in maniera distinta sui beni immobili: questo l’obiettivo di un progetto che, per stessa ammissione del ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, è ancora in salita. Per ora si parla ancora di progetti ma è importante capirne da subito i principi base. Va premesso in primis che l’imposta unica ovviamente continuerebbe ad escludere la prima casa, così come esplicitamente previsto nella legge delega sul federalismo fiscale. Convoglieranno quindi in questo tributo comunale unico sugli immobili i prelievi di reddito, di servizio e quelli patrimoniali: dall’imposta di registro a quella ipotecaria, dall’imposta di successione al bollo. Verrà compresa con molta probabilità anche la cedolare secca sugli affitti, in sperimentazione attualmente all’Aquila a seguito della finanziaria. I primi decreti attuativi sono comunque attesi per Giugno prossimo e probabilmente i primi dati e interventi concreti saranno visibili ad autunno del 2010. Lo ratio legis di questo cambiamento nella tassazione degli immobili è da un lato l’esigenza di semplificazione e trasparenza della normativa per i contribuenti e dall’altro il tentativo di rendere maggiormente autonomi, dal punto di vista finanziario, le Province e le Regioni. Lo stato italiano dovrebbe velocizzare la semplificazione di molte leggi e procedure, ma a quanto pare ci vorrà ancora tanto tempo.