Lavori pubblici e crisi

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Nel settore dei lavori pubblici bisogna garantire tempi brevi nell’aggiudicazione e nei lavori, efficienza del mercato, minimizzazione dei costi. Questo è ciò ci di cui hanno parlato Patrizia Lattarulo, dirigente di ricerca presso l’Irpet (Istituto regionale di programmazione economica della Toscana) e responsabile dell’area Territorio e Economia Pubblica, e Giuseppe Gori.

Sono stai analizzati i dati delle aggiudicazioni di lavori pubblici nel settore delle costruzioni toscane del 2013. Dai dati si legge che la crisi si fa sicuramente sentire, ma le criticità specifiche e strutturali nella regione sono altrettanto forti.

“Il settore dei lavori pubblici ha fortemente risentito dell’inasprimento delle condizioni di bilancio degli enti, a sua volta determinato dai vincoli di finanza pubblica e dalla contrazione del credito che hanno accompagnato la crisi economica degli ultimi anni”, dichiarano.

Si contano solo costruzioni minori, opere non competitive e aumento dei ribassi nelle aste. Gli effetti della crisi si registrano proprio nell’avviare le opere minori, da realizzare con poche risorse disponibili. La crisi, infatti, sembra aver determinato una frammentazione degli importi, un aumento della richiesta del ricorso alle procedure negoziali con delle conseguenze non positive nella partecipazione dei bandi. Incremento della pressione competitiva sulle imprese e aumento dei ribassi d’asta. Il mercato delle costruzioni pubbliche è, inoltre, viziato, nel nostro paese dalla totale mancanza di trasparenza. Sembrerebbe, infatti, che vi sia un grande problema di moral hazard, se è vero che le obbligazioni che sono state contratte in sede di gara sono disattese con regolarità sistematica, sia nei tempi che nei costi.

La crisi continua e non si vedono segnali di ripresa significativi, servono maggiori investimenti e meno burocrazia.

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