Mercato immobiliare: qualcosa si sta muovendo?
Il mercato immobiliare italiano sta conoscendo momenti non molto positivi per una situazione economica che stenta a decollare. Una situazione che sta diventando ancora più precaria a causa del coronavirus Covid-19 che sta creando non pochi problemi non solo da un punto di vista socio-sanitario, che comunque rimane quello più importante, ma anche in termini di affetti a breve termine con il conseguente impatto sulle compravendite di case soprattutto nelle aree interessate all'infezione ma con una sfiducia internazionale in tutta la nazione. La cosa peggiore sta nel fatto che non si sa bene quale sia l'entità dei danni al turismo perché sarà necessario attendere la fine dell'infezione per avere un'idea più chiara dei danni. Sicuramente, per come stanno andando le cose, bisognerà attendere almeno la primavera quando di solito finiscono le influenze. Nonostante tutti questi problemi sembra che il 2019 si sia chiuso per il nostro paese con un segno positivo rispetto a due anni fa.
Tante ombre per il mercato immobiliare italiano ma anche qualche luce secondo l'Istat
Il terzo trimestre del 2019 è stato, nonostante tutto, abbastanza positivo per il settore immobiliare del nostro paese ed a dirlo è l'Istat, Istituto Nazionale di Statistica, ha rilevato come i rogiti notarili per l'acquisto degli immobili sono aumentati di 1.2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e quasi cinque rispetto all'anno. Andando nello specifico appare chiaro che il 95% di queste vendite siano edifici per uso civile ed il restante locali per uso commerciale e di altro tipo. Ciò che risulta essere ancora più interessante è rappresentato dal fatto che questo incremento si è avuto in tutte le aree del paese ad eccezione delle isole che hanno registrato un calo. Nello specifico ai primi due posti della classifica c'è il Nord-est con il 2.3% quindi il nord-ovest col 1.3%,il centro con lo 0.7%, il sud con lo 0.9% ed il centro con lo 0.3%. Le isole invece non sono riuscite ad agganciare il carro della ripresa perdendo mezzo punto percentuale. La classifica cambia se invece si parla di edifici adibiti ad attività economiche con al primo posto il nord-est al 8.1% quindi il sud con lo 0.9 in più. Il nord-ovest e le isole invece hanno registrato un calo rispettivamente dello 0.8 ed 1.1%. Le cose variano in base a molti fattori che possono essere sia economici sia logistici. Come verrà chiarito tra poco vi sono vari fattori che possono essere molto interessanti da studiare.
Quanto detto in precedenza è valido per l'ultimo trimestre del 2019 ma cosa succede se prendiamo in considerazione tutto l'anno?
Sicuramente i dati sono abbastanza positivi per l'andamento del mercato immobiliare italiano per l'ultimo trimestre del 2019 ma la situazione appare abbastanza differente se si tiene presente tutto l'anno appena trascorso. In questo caso l'incremento è stato positivo in praticamente tutte le aree d'Italia andando a mostrarne uno differente rispetto al trimestre preso in considerazione in precedenza. In primo luogo possiamo notare che le isole si riscattano tornando in attivo, 1.7 per il settore abitativo e 14.2 per quello economico, il nord-est per il settore abitativo è del 5.9% mentre quello economico il 10.2%, il nord-ovest il 5.7% per l'abitativo ed il nord-ovest lo 0.2% quindi il sud con un aumento del 4.7% per il settore abitativo e l'8.4% per quello economico. Per concludere il centro con il 3.8 per l'abitativo ed il 4.8 percento per il settore economico.
L'incremento del mercato immobiliare in Italia è stato importante ma non tutti i tipi di città hanno benificiato di questo andamento positivo
Come spesso accade, non tutti riescono a prendere il treno della ripresa rischiando di perdere non poco in termini di valore immobiliare con conseguenze che possono essere facilmente intuibili per coloro che posseggono degli immobili. Anche in questo caso si deve fare un discorso differente per gli immobili per uso commerciale e per quelli ad uso civile. Sembrerà strano ma in Italia c'è la fuga dai grandi centri urbani, forse per il costo minore degli appartamenti forse per il minor inquinameno o per tutte e due le cause. In sostanza rimane il fatto che l'aumento principale è stato registrato nei piccoli centri urbani mentre inesorabilmente le metropoli hanno dovuto lasciare il passo. In effetti si deve tenere presente che le piccole città hanno ottenuto un aumento del 5.7% mentre nelle metropoli non si è arrivati al 4%. Naturalmente il discorso cambia completamente se si parla di immobili commerciali poiché le grandi città sono il fulcro economico e del commercio quindi il risultato viene ribaltato anche se i piccoli centri tengono rimanendo comunque sopra il 5%. In particolare le metropoli hanno ottenuto un aumento del 6.8% mentre i piccoli centri non hanno superato il 5.2%.