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Mutuo Casa, Tassi An...

È sempre più il momento giusto per poter accendere un mutuo per l’acquisto della propria prima o seconda casa. Merito del calo degli indici di riferimento (Irs per il tasso fisso, Euribor per il tasso variabile), oramai vicini ai minimi storici. E merito anche delle politiche concorrenziali sempre più aggressive da parte degli istituti di credito italiani, in grado di rendere realtà un contesto sempre più favorevole per chi intende sottoscrivere un nuovo finanziamento per l’acquisto di un immobile. Un quadro, quello di cui sopra, ben riassunto dall’ultima Bussola Mutui, di Crif, il bollettino trimestrale dal quale possiamo trarre qualche spunto utile per poter analizzare il mercato italiano dei mutui residenziali e quello immobiliare. Stando alla Bussola Mutui recentemente diffusa, per un mutuo di 120 mila euro (durata pari a 20 anni, loan to value pari al 60%, su valore immobile di 200 mila euro), i migliori spread si posizionano intorno all’1,5 per cento per quanto concerne i mutui a tasso di interesse variabile e intorno all’1,2 per cento per quanto invece riguarda i mutui a tasso di interesse fisso. Condizioni dunque molto favorevoli, che non possono che sostenere la ripresa del settore dei mutui immobiliari, che nel corso del primo trimestre 2016 ha fatto segnare un incremento pari al 31 per cento rispetto al primo trimestre 2015. Naturalmente, il livello basso dei tassi di interesse di riferimento non è l’unico elemento che sta attualmente mantenendo ottime prospettive per quanto concerne la ripresa del comparto immobiliare. Gioca un ruolo fondamentale anche l’impressione di una inversione di tendenza dalla crisi economica degli ultimi 8 anni, che ha spinto un crescente numero di privati a riconsiderare il proprio progetto di vita, mettendo al centro proprio l’acquisto di un immobile. Per quanto infine riguarda l’importo medio delle nuove domande di finanziamento immobiliare, il livello è in leggero aumento dopo diversi trimestri di continua contrazione. L’importo medio richiesto nel primo trimestre 2016 sale infatti fino a sfiorare i 122 mila euro, con un aumento di oltre 2 mila euro rispetto ai 119,6 mila euro del quarto trimestre 2015. Si noti tuttavia che il livello è ben lontano dai picchi che furono registrati nel corso del 2010, quando il valore medio di una richiesta era stato pari a circa 140 mila euro.

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