Prezzi immobiliari in calo, ma la stabilizzazione è vicina

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Stando a quanto affermano le ultime statistiche condotte nel nostro Paese, i valori immobiliari in Italia sarebbero ancora tendente a flettere, seppure in misura residuale rispetto al passato, e nonostante l’incremento delle compravendite. Un trend che potrebbe sembrare (lo è ) divergente, ma che in realtà non deve sorprendere, considerata la debolezza reddituale di parte della domanda e il perdurante eccesso di offerta, che ricoprono una funzione calmierante sui prezzi.

Peraltro, se si osserva l’evoluzione storica del mercato immobiliare italiano, e le correlazioni tra prezzi e compravendite, si nota come queste ultime possano influenzare i prezzi con un ritardo temporale di un paio d’anni. Certo è che nell’attuale ciclo immobiliare le cose si stanno evolvendo con specificità, visto e considerato che le compravendite sono in crescita da tre anni, ma i prezzi - in parallelo - continuano ad essere interessati da variazioni negative, anche se sempre più contenute.

Secondo alcuni analisti, il processo di lento riallineamento di prezzi e di quantità può essere letto anche mediante la recente evoluzione degli indicatori di mercato, quali i tempi medi di vendita e locazione e gli sconti praticati sui prezzi richiesti. Tali indicatori mostrano infatti un trend a recuperare le posizioni perse con molta gradualità e in ritardo rispetto alla ripresa delle compravendite e alla stabilizzazione delle locazioni.

Stando le previsioni più recenti, la fase di contrazione dei prezzi sembra comunque volgere al termine. il calo dei valori immobiliari in Italia è via via decrescente e, secondo Nomisma, dovrebbe esaurirsi nel corso del prossimo biennio, quando i prezzi giungeranno a stabilizzazione.

Per quanto concerne invece l’anno in corso, la flessione dei valori dovrebbe attestarsi di poco oltre il punto percentuale per le abitazioni e per i negozi, mentre per gli immobili direzionali dovrebbe risultare leggermente più marcata, pari forse a -1,5 per cento. Nel 2018 si dovrebbero registrare gli ultimi segni negativi, per poi avviare la fase espansiva a partire dal 2019, ancorché con tassi di variazione di lieve entità.

Nel medio termine pare poi prefigurarsi uno scenario di sostanziale stagnazione dei valori, alla luce di tassi di crescita non sufficienti ad alimentare aspettative particolarmente ottimistiche. Per quanto poi attiene le compravendite, Nomisma stima per il 2017 circa 548 mila transazioni con un incremento del 6,2 per cento rispetto allo scorso anno, destinato a ridursi ulteriormente nel 2018, quando dovrebbe attestarsi al 2,3 per cento in considerazione delle 561 mila transazioni previste.

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