Rischio Brexit, quali conseguenze per l'immobiliare?

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Il 23 giugno è sempre più vicino. Una data che per gli investitori internazionali rappresenta un momento di grande aleatorietà, una sorta di bivio che potrebbe condizionare in misura rilevante il destino dei propri impieghi. Perchè, in fondo, il 23 giugno è la data in cui il referendum sulla Brexit ci dirà se il Regno Unito ha o meno ancora la voglia di rimanere all'interno dell'Unione Europea, con ciò che ne consegue sul fronte economico e finanziario.

In tal proposito, negli ultimi giorni si sono accumulate le opinioni di quegli analisti del settore immobiliare che si sono domandati quali potrebbero essere le ripercussioni nel caso in cui Londra decidesse realmente di salutare l'Unione Europea. Una scelta che potrebbe aprire nuovi scenari nel mondo del real estate, a probabile beneficio di altre città che si stanno candidando già come valide alternative alla capitale inglese, oggi indiscussa meta degli investimenti nel mattone europeo, e principale hub finanziario dell'area (salvo, probabilmente, dover rivedere i propri progetti, considerata l'avanzata dei remain).

In particolare, secondo una recente ricerca condotta da Cbre, il 73 per cento degli investitori nell'immobiliare non residenziale (includendo in tale recinto gli uffici, il retail, la logistica, gli hotel , e così via), ritiene che in caso di Brexit il Regno Unito perderebbe sicuramente una buona parte del suo appeal in maniera immediata. A dimostrarlo è la contrazione delle operazioni immobiliari degli ultimi tempi: se infatti nei primi tre mesi del 2016 gli investimenti immobiliari nel Paese sono stati pari a 14 miliardi di sterline, il 21 per cento in meno rispetto a un anno fa, il trend è peggiorato nelle ultime settimane di maggiore incertezza, con una flessione che ha sfiorato il 40 per cento.

Non solo. Sempre secondo quanto affermano le previsioni degli analisti, l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea condurrebbe a una immediata svalutazione della sterlina, che potrebbe avere degli esiti positivi sulla domanda internazionale di abitazioni a Londra ma, probabilmente, solo nel breve termine. Di fatti, secondo un'analisi che il Tesoro ha formulato proprio in occasione del referendum, è possibile che entro il 2018 nell'ipotesi di una Brexit i valori al metro quadro delle abitazioni di Londra possano precipitare addirittura tra il 10% e il 18%.

Dunque, è lecito domandarsi: in caso di Brexit Londra, l'Inghilterra e il Regno Unito saranno ancora così convenienti e appetibili?

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