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Come ampiamente atteso dagli analisti, la BCE nel suo ultimo meeting ha confermato invariati i livelli del corridoio e i target del programma di acquisto titoli attualmente in essere (QE), così come i tassi di riferimento, che rimangono stabili, con il tasso centrale (refi) allo 0,0%, il tasso di rifinanziamento marginale a +0,25% e quello sui depositi a 0,4%.

Nessuna modifica è stata avanzata dall’istituto monetario nemmeno in termini di forward guidance, dopo che nella riunione di marzo era stato rimosso l’easing bias sul programma di acquisto titoli, ovvero la possibilità di incrementare il programma di acquisto titoli in ammontare e/o durata nell’ipotesi in cui lo scenario diventasse meno favorevole.

Durante la sua conferenza stampa, Mario Draghi ha confermato che i tassi rimarranno su questi livelli minimi storici ben oltre la fine del programma di acquisto titoli, che continuerà almeno fino a settembre 2018. La BCE ha dunque ammesso che l’attuale contesto di bassi tassi è destinato a durare, sebbene – riteniamo – non mancheranno certamente gli spunti di risalita nel più breve termine, con uno sguardo prevalentemente indirizzato all’IRS e dunque ai tassi fissi.

Passando poi proprio all’analisi dei tassi in queste settimane, rammentiamo come i parametri Euribor siano rimasti sostanzialmente stabili e negativi su tutte le scadenze. Questo quadro di tassi di rilievo piuttosto compressi – ribadiamo come sopra già anticipato - dovrebbe confermarsi anche per i mesi a venire, sulla scia di una politica monetaria ancora accomodante, nonostante una graduale rimozione dello stimolo in prospettiva.

Passando ai fissi, i parametri di riferimento (i tassi Eurirs) sono leggermente in risalita da metà aprile, su tutte le principali scadenze. I livelli dei tassi restano ancora storicamente ridotti, seppur su livelli oramai superiori rispetto ai minimi di metà 2016.

Complessivamente, riteniamo ancora ben giustificabile una preferenza verso l’indebitamento flessibile o a tasso fisso rispetto a quello a tasso variabile, per gli orizzonti temporali medio-lunghi. Gli orizzonti temporali brevi o brevissimi potranno invece beneficiare in misura più significativa di un prolungato periodo di tassi Euribor o BCE a livelli minimi.

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