Caldaie a condensazione in condominio: guida alle canne fumarie e lo scarico fumi

Le caldaie a condensazione sono ormai la scelta obbligata per chi sostituisce un impianto termico tradizionale: la tecnologia consente un risparmio energetico fino al 30 % grazie al recupero del calore latente nei fumi di combustione, migliorando rendimento ed efficienza ambientale.

Tuttavia, in ambito condominiale, le normative sugli scarichi dei fumi – specialmente attraverso le canne fumarie condominiali per caldaie a condensazione – mettono in evidenza criticità e obblighi tecnici specifici da rispettare.

Normativa di riferimento e deroghe ammesse

La normativa italiana prescrive che gli impianti termici negli edifici plurifamiliari siano collegati a camini o canne fumarie con sbocco sul tetto dell’edificio, sempre rispettando le distanze tecniche (in genere almeno 1 metro sopra il colmo del tetto), come è previsto dall’art. 34 c. 53 del d.l. n. 179/2012 e dal D.P.R. 412/1993 

Deroghe specifiche

Tuttavia, esistono deroghe che consentono di derogare all’obbligo dello scarico a tetto, in presenza di determinate condizioni, soprattutto quando si installa una caldaia a condensazione:

  • la caldaia da sostituire già scaricava a parete;

  • la vecchia caldaia era a camera aperta e scaricava in canna fumaria ramificata;

  • l’accesso al tetto è tecnicamente impraticabile;

  • la canna fumaria condominiale non è predisposta per la caldaia a condensazione;

  • edifici storici tutelati che non permettono modifiche esterne;

  • sistemi ibridi (caldaia + pompa di calore).

Nel decreto aggiornato al 2020, si conferma che anche in caso di installazione di impianti a condensazione in condomini senza canne fumarie adeguate, si può derivare all’uso di scarico a parete, con rispetto della norma UNI 7129.

Utilizzo di parti comuni e decoro architettonico

Secondo l’ANAPI, ciascun condomino può installare (a proprie spese) modifiche alle parti comuni, come l’appoggio di una canna fumaria sul muro esterno, purché non comprometta l’uso degli altri, non alteri la stabilità o il decoro architettonico dell’edificio.

Criticità e incompatibilità tecniche

Le canne fumarie condominiali ramificate – progettate in muratura o metallo per caldaie tradizionali con tiraggio naturale – risultano spesso non compatibili con le caldaie a condensazione. Le motivazioni principali includono:

  • Incompatibilità di materiali: le condense acide prodotte dalla condensazione possono corrodere muratura o metalli non specifici;

  • Tiraggio insufficiente: l’assenza di ventilatori adeguati può generare ritorno dei fumi, compromettendo la sicurezza.

Rischi per la sicurezza e l’involucro

Una cattiva evacuazione dei fumi può provocare:

  • ritorno di fumi tossici (es. monossido di carbonio) nelle abitazioni;

  • deterioramento della canna fumaria;

  • infiltrazioni di condensa corrosiva nelle strutture del condominio.

Soluzioni tecniche e percorsi di intervento

Rimodernamento o intubamento della canna fumaria

Una delle soluzioni più efficaci è l’intubazione della canna fumaria esistente con materiali resistenti come acciaio inox, PPS (polipropilene saturo), PVC o alluminio specifico. Questo permette di rispettare le norme ed evitare demolizioni strutturali.

Realizzazione di una nuova canna fumaria collettiva

Se la canna condominiale non è adeguabile, può essere necessaria una nuova realizzazione, con materiali certificati e progettazione specifica per caldaie a condensazione.

Scarico singolo a parete per unità abitativa

In alternativa – soprattutto se si configuri una delle deroghe – è possibile prevedere scarichi individuali a parete, ciascuno conforme alla norma UNI 7129, che stabilisce distanze minime da balconi, finestre e altri elementi architettonici.

Le distanze principali previste sono:

  • quota A1 (finestra): ≥ 600 mm,

  • quota A2 (adiacenze finestra): ≥ 400 mm,

  • quota D1 (balcone): ≥ 300 mm,

  • quota D2 (adiacenze balconi): ≥ 1.000 mm,

  • se balcone praticabile: ≥ 2.000 mm tra uscita dei fumi e perimetro esterno del parapetto..

Incentivi e lavori collettivi

Considerati i benefici fiscali (ecobonus 65 %, superbonus 110 %) disponibili per interventi di efficienza energetica nei condomìni, potrebbe essere strategico promuovere l’adeguamento collettivo delle caldaie e delle canne fumarie, con interventi congiunti, più convenienti sotto l’aspetto dei costi e procedurali.

Iter procedurale consigliato: come muoversi in condominio

Ecco una procedura semplificata, come la vedrebbe un tecnico esperto del settore:

  1. Sopralluogo tecnico: controllo della canna fumaria esistente, verifiche di accessibilità, classificazione dell’impianto.

  2. Valutazione delle deroghe: analisi normativa per stabilire se è possibile lo scarico a parete o se serve adeguamento.

  3. Progetto tecnico: redazione della documentazione con relazione, scelta del materiale (inox, PPS, ecc.), conformità a UNI 7129.

  4. Assemblea condominiale: approvazione delle modifiche previste (scarico a parete, intubazione, nuova canna), con maggioranza secondo art. 1120/1136 c.c.

  5. Permessi comunali: se necessario, presentazione della CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata).

  6. Esecuzione lavori: installazione secondo progetto.

  7. Certificazione e collaudo: rilascio di dichiarazioni di conformità e rapporti tecnici.
  8. Gestione incentivi: se previsto, gestione delle agevolazioni fiscali ed eventuali pratiche per il superbonus o ecobonus.