Efficienza energetica, il mercato è ancora troppo distratto

Nelle compravendite immobiliari il tema dell’efficienza energetica continua ad arricchire la propria importanza, ma mai senza influenzare in modo eccessivo il trend delle compravendite. A dimostrazione di ciò, sia sufficiente dare uno sguardo al recente studio condotto da ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) e I-Com (Istituto per la Competitività), secondo cui nel 2017 si è registrata una crescita (+0,5%) della riqualificazione del patrimonio abitativo, ma ciò non è stato sufficiente a qualificare la bontà energetica delle compravendite.

In altri termini, secondo lo studio nel corso del 2017:

· il 56% delle vendite totali è stato nella classe G (ovvero, quella peggiore);

· il 24% delle vendite totali è stato nelle classi E ed F;

· il 13% delle vendite totali è stato nelle classi C e D;

· il 7% delle vendite totali è stato nelle classi energetiche A e B (ovvero, le migliori).

Ad ogni modo, non tutto il mercato ha condotto una simile tendenza. Nel 2017, ad esempio, le vendite di abitazioni che sono classificabili all’interno delle tre classi energetiche più efficienti sono salite dal 14,1% del 2016 al 22,1%. Risulta essere in aumento anche la quota di immobili che sono riconducibili alla classe energetica A+, A e B compravenduti nei centri storici delle principali città italiane: si passa infatti dal 6,4% del 2016 al 10,8% del 2017. Di contro, nelle zone periferiche delle città questa quota relativa subisce una diminuzione, a conferma – forse – che il tema dell’efficienza energetica è un elemento che incide nel caso di immobili di maggior valore economico, mentre non fa la differenza su case di minor costo.

Il dossier si è infine soffermato a valutare i rapporti tra le classi energetiche e lo stock di invenduto, scoprendo che nel 2017 solo il 40% delle abitazioni di nuova costruzione acquistate o cedute è risultato di elevata qualità energetica (A+, A e B) contro il 60% del 2016. Un dato che, probabilmente, può essere ricondotto alla grave crisi che negli anni ha colpito il settore immobiliare, e dal notevole stock di invenduto che ne è derivato.