Nuovo balzo in avanti per il mercato immobiliare italiano

L’Istat informa che il mercato immobiliare italiano ha compiuto un nuovo passo in avanti nel corso del primo trimestre 2018, andando così a confermare i numerosi buoni propositi che erano stati formulati nelle scorse stagioni e, probabilmente, aprendo definitivamente le porte alle valutazioni di una definitiva e incoraggiante rimonta di un comparto – quello, appunto, immobiliare – che ha sofferto duramente i peggiori effetti della lunga crisi economico finanziaria che anche l’Italia ha attraversato.

Più nel dettaglio, l’Istat ha riferito che nel primo trimestre 2018 le compravendite immobiliari sarebbero state pari a 176.687 unità, in modesta crescita dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti ma – soprattutto – in costante e significativo aumento (+ 4,2%) rispetto allo stesso trimestre del 2017 (scorporato in un + 4,4% delle case d’abitazione e in un + 2,1% di uffici, di negozi e di stabilimenti).

Le buone notizie non sono però terminate con il mero dato di sintesi. Le statistiche elaborate dall’Istituto affermano infatti come nei primi tre mesi l’incremento abbia registrato praticamente tutte le zone del Paese per quanto concerne, almeno, il settore abitativo. Le Isole sono ad esempio cresciute ad un ritmo record in ambito nazionale, con un passo di sviluppo del 10,9% su base annua, mentre il Sud è cresciuto del 6,9% anno su anno. L’incremento nel Centro è in linea con la media nazionale (+ 4,2%), mentre quello nel Nord Est (+ 3,9%) è leggermente sotto media. Più lenta è la progressione nel Nord Ovest, con uno sviluppo del 2,1%.

Per quanto attiene il settore economico, bene la crescita nel Centro Italia (+ 5,9%), e al Sud (+ 3,4%) e nelle Isole (+ 2,9%), mentre nel Nord Esti l’incremento è ben più tenue (+ 0,8%). In controtendenza in Nord Ovest, in cui il calo è comunque pari a soli 0,2 punti percentuali. Si osserva infine un incremento su base annua sia nelle città metropolitane sia nei piccoli centri: per l’abitativo le progressioni sono rispettivamente pari a + 3,5% e + 5,2%, mentre per il settore economico si parla di un aumento del 3,4% e dell’1,2%.