Prezzi case, scenderanno anche nel 2017

Sul fronte delle quantità di compravendite immobiliari, come noto il 2016 si è chiuso con il terzo anno consecutivo di crescita. Lo stesso non è tuttavia avvenuto con riferimento ai prezzi, dove non si è ancora manifestata l’inversione del ciclo deflattivo, e dove non si vede una luce ben chiara in fondo al tunnel: la relazione tra valori e quantità registrata nei precedenti cicli immobiliari, quando la ripresa dei prezzi seguiva di un 1 o al massimo 2 anni la risalita delle compravendite, non trova riscontro nel contesto attuale.

Sulle motivazioni che supportano questa anomalia (una sorta di novità nelle serie storiche, in relazione con il trend delle compravendite), evidenziamo come tale andamento del ciclo immobiliare può essere spiegato da un’eccessiva rigidità dell’offerta, che per lungo tempo ha mantenuto prezzi elevati che non incontravano le possibilità di spesa dal lato della domanda.

A conferma di ciò, il fatto che al dimezzamento del numero di compravendite non ha corrisposto un coerente aggiustamento dei valori: una determinante come questa appena ricordata non ha fatto altro che creare le premesse per una prolungata fase di contrazione dei prezzi. A proposito, ma quanto durerà ancora questa contrazione? Il 2017 è destinato ad essere un altro anno di flessione dei valori immobiliari, o si registrerà la tanto attesa inversione di tendenza?

Secondo quanto dichiarano alcuni osservatori come Nomisma, le attese per il 2017 si riassumono in un’ulteriore diminuzione dei valori, che dovrebbe essere più marcata per gli uffici (-1,5 per cento) rispetto ad abitazioni e negozi (-0,9 per cento).

Meglio dunque rivolgere lo sguardo al successivo 2018, dove però non dovrebbero comparire significative inversioni di tendenza. Il calo dovrebbe infatti mostrarsi più contenuta nel 2018, con arretramenti inferiori al punto percentuale in tutti i comparti, per poi progressivamente esaurirsi nel 2019, almeno per i settori residenziale e commerciale, mentre il comparto direzionale è atteso scontare un’ulteriore flessione.

Per quanto concerne infine i tassi, per il momento regge la stabilità su livelli storicamente molto bassi. In vista di un prevedibile rialzo dei tassi di mercato, gradualmente rilevabile nei prossimi trimestri, può dunque essere opportuno collocarsi sui tassi fissi per le scadenze di maggiore estensione.