Rendimenti immobiliari, analisi positive per Tecnocasa

A dimostrazione del fatto che il mattone non può che rimanere ancora a lungo l’investimento preferito dagli italiani, arriva una nuova ricerca da parte dell’Ufficio Studi di Tecnocasa, che ribadisce ancora una volta come l’investimento immobiliare sia l’impiego ritenuto più sicuro, garantito e interessante per i cittadini della Penisola.

Una preferenza, quella degli italiani per il mattone, che d’altronde non sembra essere mai stata delusa (o quasi) dai rendimenti, in grado di confermarsi superiori a qualsiasi altro tipo di impiego del risparmio a basso rischio, come i titoli di Stato, il cui rendimento invece è oggi prossimo allo zero. Si tratta inoltre di un investimento ritenuto – a ragione – di scarso rischio, e pertanto difficilmente paragonabile a quanto si potrebbe ottenere alle prese con gli investimenti azionari ed obbligazionari, che espongono l’investitore a maggiori volatilità.

Tornando al dossier Tecnocasa, l’ufficio studi ha messo a confronto i rendimenti delle abitazioni nelle principali città italiane, scoprendo che il rendimento annuo lordo nelle grandi città si sarebbe attestato al 4,7%. Naturalmente, sono numerose le aree che hanno potuto riservare buone soddisfazioni agli investitori del mattone: si pensi alla extra performance di Verona ( 5,9%) o a quella di Palermo ( 5,4%) mentre tra le grandissime città Milano, Roma e Napoli ottengono una prestazione positiva, pur poco sotto la media nazionale.

L’ufficio studi dell’operatore immobiliare ricorda inoltre come il confronto sia stato effettuato dagli esperti tenendo in considerazione la crescita dei prezzi degli immobili, i canoni di locazione e i rendimenti all’interno di un arco temporale che va dal 2004 al 2016, e che pertanto ingloba anche gli anni più duri per il real estate.

Infine, si ricorda come l’analisi abbia raffrontato anche i prezzi medi dei canoni di locazione dei locali commerciali, riscontrando una flessione dell’1,1% del rendimento nelle vie di passaggio e dello 0,6% in quelle non di passaggio. Ad ogni modo, la riduzione dei prezzi al metro quadro è stata meno significativi nei primi (- 1,5% nelle zone di passaggio) rispetto ai secondi (- 2,2% nelle zone secondarie).