Richieste prestiti: il mondo delle incertezze

Il mondo dei prestiti, in parte più accessibili rispetto ad un mutuo sembrano alla portata di tutti, basti pensare che è possibile avanzare una proposta di prestito online.

La richiesta di prestito personale, a differenza di un mutuo, può partire anche da cifre più basse ed arrivare a cifre più elevate fino ad un massimo di 60 mila euro.

In base alla somma richiesta vengono valutati i parametri personali del richiedente e hanno una percentuale di approvazione maggiore se la somma è più bassa, più aumenta la somma richiesta, meno saranno le possibilità di approvazione da parte della banca.

Ogni banca dispone di alcuni paramenti per stabilire i requisiti per poter ottenere il prestito. Tuttavia ne esistono tre essenziali che devono essere sempre rispettati:

1)l’età del richiedente di minimo 18 e massimo 70 anni
2)un reddito dimostrabile
3)la titolarità di un conto corrente bancario.

Oltre a questo la banca consulta il CRIF, la Centrale Rischi dove viene segnalata qualsiasi eventuale inadempienza o ritardo nei rimborsi di finanziamenti precedenti del soggetto richiedente.

Il CRIF è una banca dati in cui risulta qualsiasi persona abbia già avuto accesso ad un prestito personale. In questa banca dati vengono raccolti e conservati tutti i dati sull' apertura del finanziamento, le scadenze, il rimborso, il numero di rate non pagate e la risoluzione o meno dell’inadempimento.

Essere segnalati dal CRIF come cattivo pagatorenon è un buon biglietto da visita, perché compromette il buon fine della richiesta.

Nonostante i prestiti siano più accessibili dei mutui, i tassi sono nettamente più alti, per questo motivo spesso le banche pubblicizzano offerte sui prestiti personali.

Il mondo della richiesta dei prestiti oggi

Interessante dossier pubblicato su Il Sole 24 Ore che ha preso in esame il mercato dei prestiti, alle prese tra l'incertezza del presente e le aspettative di rilancio per il futuro.

La crisi economica ha infatti fatto perdere agli italiani, per ovvi motivi, la loro propensione alla spesa e soprattutto al ricorso al debito, con ripercussioni sensibili non solo sull'andamento dei consumi (una delle voci più importanti del Pil) ma anche sulla salute di un settore strategico come quello dei prestiti. Una linea difensiva che però, pur avendo le sue ragioni, appare spesso esagerata, visto che sul mercato è ancora possibile trovare prestiti a buone condizioni per l'acquisto dell'auto nuova, della moto, dei mobili e di altri beni considerati non strettamente primari.

Per Chiaffredo Salomone, presidente di Assofin, il futuro si presenta ancora a tinte fosche:“Purtroppo pesano l'erosione del reddito, l'incertezza del posto di lavoro e, soprattutto, un pessimo clima di fiducia. Il consumatore che percepisce l'incertezza del reddito non consuma e non chiede prestiti.

Servirebbe un rilancio dei consumi, anche legato alla fiscalità, per sperare di invertire rotta”. Del resto il nostro Paese ha visto diminuire di 15 miliardi in 5 anni l'erogazione di prestiti; nei primi 7 mesi del 2013 la diminuzione è stata del 6,3% mentre nel 2012 è stata del 12%.