Investimenti immobiliari esteri 2019, fare come i cinesi conviene?

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Chi ha da parte qualche risparmio da investire, potrebbe farlo sul mercato immobiliare estero. Contrariamente a quanto avviene in Italia, dove le quotazioni sono al palo e dove la ripresa è lenta, alcuni mercati immobiliari internazionali sembrano poter dare il giusto impulso a chi vuole scommettere con decisione su di essi. Ma dove?

Un esempio ci è offerto recentemente dal mercato immobiliare australiano, con gli investitori cinesi che hanno pesantemente messo gli occhi su tale ampio territorio… talmente tanto che secondo un ultimo aggiornamento ben il 31% di tutti i siti di sviluppo immobiliare australiani sono stati acquistati da società cinesi!

Investire in Australia conviene?

Andiamo con ordine. Sulla base dell'ultimo report di Knight Frank, Chinese Developers in Australia - Market Insight 2019, il 31% dei siti di sviluppo immobiliare australiani nel 2018 è stato acquistato da imprenditori cinesi, che hanno acquistato aree di sviluppo residenziale australiane per un valore di 1,3 miliardi di dollari nel solo anno che si è recentemente concluso. Si tratta di un dato davvero importante, per quanto in calo rispetto ai 2,02 miliardi di dollari che erano stati fatturati per la stessa ragione nel corso del 2017.

Nel dettaglio, di tutti i siti immobiliari australiani acquistati da sviluppatori e investitori cinesi nel 2018, il 41% era adatto a progetti immobiliari di bassa densità (ovvero, abitazioni singole o proprietà fondiarie), contro il 29% nel 2017 e solo il 2% nel 2013.

Secondo Michelle Ciesielski, responsabile della ricerca residenziale di Knight Frank, negli ultimi cinque anni gli imprenditori immobiliari cinesi hanno notevolmente incrementato la loro presenza in Australia, costruendo dei progetti particolarmente concentrati nella costa orientale australiana.

Investimenti cinesi in Australia

Lo scorso anno, rammenta Ciesielski, sviluppatori e investitori cinesi hanno acquistato siti di sviluppo residenziale australiani per un valore di 1,3 miliardi di dollari. Questa cifra è sicuramente in calo rispetto ai 2,02 miliardi di dollari registrati l'anno precedente, ma si tratta comunque di un importo che ha mantenuto intorno al terzo del complessivo la presenza cinese nei nuovi progetti di sviluppo immobiliare nella macro area.

Peraltro, il tutto è avvenuto – come rammenta ancora Ciesielski – in un contesto molto difficile per gli sviluppatori cinesi, che ad esempio hanno dovuto fronteggiare il tentativo del governo cinese di moderare il deflusso di capitali, o ancora l’impatto, a livello locale, di quando le principali banche nazionali hanno limitato i prestiti ai mutuatari offshore, contenendo così la possibilità di fare affidamento sulle linee di credito per poter realizzare i propri progetti.

“Inoltre, le modifiche alle norme del Foreign Investment Review Board (FIRB) e dell'Australian Prudential Regulation Authority (APRA) che incoraggiano pratiche di prestito più rigide per gli investitori, raffreddando così le prevendite su carta, e ancora l'introduzione di sovrattasse statali, sono solamente altri elementi che hanno reso più ardue le sfide che tutti gli sviluppatori, anche locali, devono fronteggiare” – ha precisato Ciesielski.

Previsioni investimenti immobiliari Australia

Ma quale sarà il futuro di questi e altri progetti di investimento immobiliare? Secondo il Partner di Knight Frank, Head of Asian Markets, Australia, Dominic Ong, la maggior parte degli sviluppatori cinesi che sono entrati nel panorama australiano hanno intenzione di instaurarsi qui sul lungo termine - diversificando i loro portafogli per adattarsi alle tendenze del mercato locale.

Nell'ultimo anno, di fatti, aziende importanti come Zone Q, China Poly Group, Yuhu Group e Aqualand hanno aumentato la loro esposizione nel settore degli uffici, e questa tendenza sembra essere destinata a continuare nel 2019.

Inoltre, gli sviluppatori immobiliari cinesi stanno spostando il loro peso verso le abitazioni a bassa densità, con il 41% dei siti acquistati a bassa densità nel 2018, rispetto al 29% del 2017 - ha dichiarato Ong, precisando poi che il report ha anche rilevato che quasi l'11% di tutti i nuovi appartamenti - su 5.160 appartamenti costruiti nel 2018 - sono stati costruiti da sviluppatori cinesi, con una quota che dovrebbe salire al 22% nel 2021 per le principali città australiane. I nuovi appartamenti risultano essere concentrati prevalentemente nelle principali città della costa orientale di Brisbane, Sydney e Melbourne.

Per il futuro, numerose sono comunque le incognite, tali da rendere incerto il buon esito sul breve termine di questi investimenti progettuali. In particolar modo, il report non manca di sottolineare come nel corso del prossimo futuro gli sviluppatori - sia cinesi che locali – dovranno avere aspettative probabilmente più realistiche, in seguito alla presenza di un mercato residenziale che entrerà in modalità correzione dopo un lungo periodo di crescita significativa.

Alla luce di quanto sopra, gli esperti suggeriscono dunque che diverrà imperativo assegnare il tempo necessario per rafforzare la loro posizione sul mercato per quando arriverà il momento giusto di procedere con la finalizzazione dei progetti e con la vendita delle proprietà immobiliari che in questi anni dovrebbero giungere a conclusione.

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