Fondi immobiliari Poste, i motivi del flop
Negli ultimi giorni ha acquisito improvvisa rilevanza il flop di alcuni fondi immobiliari collocati da Poste Italiane tra il 2002 e il 2007, e oggi coinvolti in corpose perdite in capo ai risparmiatori che hanno dato fiducia a tali strumenti finanziari: si tratta dei fondi Invest Real Security, Obelisco, Europa Immobiliare 1 e Alpha, piazzati con tagli da 2.500 euro l’una, e in grado di permettere a Poste Italiane di reperire 850 milioni di euro in 340 mila quote distinte.
Invest Real Security
Il primo dei fondi ad aver chiuso i battenti con segnali negativi è stato, lo scorso 31 dicembre e dopo tre anni di proroga, il fondo Invest Real Security. Alla chiusura dei conti le quote da 2.500 euro si sono quasi dematerializzate, visto e considerato che la Investire Sgr del gruppo Finnat, che gestisce questo fondo e il fondo Obelisco (anch’esso coinvolto nella vicenda) ha spiegato che agli investitori verranno distribuiti solo 390 euro, con perdita di circa l’80 per cento rispetto al valore nominale dell’investimento.
La crisi dei fondi immobiliari
I fondi immobiliari venduti dalle Poste hanno chiuso i conti con saldi fortemente negativi a causa della lunga crisi che ha colpito il mercato immobiliare: i fondi avevano infatti l’obiettivo di raccogliere i capitali dai risparmiatori e usarli per poter comprare edifici da ristrutturare e da affittare o da rivendere. Il crollo del settore ha determinato che molti di quegli edifici oggetto di intervento sono rimasti invenduti o prossimi alla svendita. Tornando al solo fondo Invest Real Security, tra i suoi progetti lo strumento ha incassato minusvalenze dalle vendite da un centro commerciale di Andria, in Puglia, e uno di Bologna per 14,2 e 11,9 milioni di euro di incassi in meno.
I rimborsi
Ad ogni modo, Poste Italiane vuole andare incontro ai propri clienti, affermando in un comunicato la volontà di “avviare nel breve iniziative in favore dei clienti che hanno sottoscritto al tempo il fondo immobiliare Irs, scaduto il 31 dicembre 2016, con l’obiettivo di consolidare, ancora una volta, il rapporto storico che l’azienda ha con i cittadini, fondato sulla trasparenza, sulla fiducia e sull’affidabilità”.
Insomma, è probabile che Poste possa intervenire per poter rimborsare una quota di perdita, con indennizzi che complessivamente dovrebbero costare fra 50 e 80 milioni di euro per il solo fondo Irs.