Immissioni acustiche: qual è la normativa di riferimento?

Le immissioni acustiche rappresentano un problema sempre più sentito, specialmente nelle aree urbane. La regolamentazione di queste situazioni è disciplinata da norme specifiche che cercano di bilanciare il diritto al riposo e alla salute con le esigenze di produttività e attività umane. Tuttavia, la normativa vigente presenta aspetti complessi e talvolta contraddittori.
Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14/11/97 e la legge quadro 447/95
Il DPCM 14/11/97, attuativo della Legge numero 447/95 sull'inquinamento acustico, introduce una distinzione tra due concetti fondamentali:
- Tollerabilità dal punto di vista privato, applicata nelle controversie tra privati e regolata dall’articolo 844 del Codice Civile.
- Accettabilità dal punto di vista amministrativo, riferita al rispetto dei limiti previsti dalle autorità locali per tutelare il benessere pubblico.
Secondo l'art. 4 del Decreto, un'immissione acustica è accettabile se non supera:
- +5 dB rispetto al rumore di fondo diurno.
- +3 dB rispetto al rumore di fondo notturno.
In ambito privato, però, il Tribunale tende a considerare +3 dB rispetto al rumore di fondo il limite massimo di tollerabilità. Questa divergenza tra le soglie amministrative e quelle giudiziarie genera spesso confusione e incertezza.
La Legge n.13 del 2009: un nuovo approccio interpretativo
Con l'introduzione della Legge n. 13 del 2009, è stato concesso ai giudici un margine interpretativo maggiore. L’art. 6 stabilisce che:
“Nell’accertare la normale tollerabilità delle immissioni e delle emissioni acustiche, ai sensi dell’articolo 844 del codice civile, sono fatte salve in ogni caso le disposizioni di legge e di regolamento vigenti che disciplinano specifiche sorgenti e la priorità di un determinato uso.”
In pratica, il giudice può applicare le normative specifiche che regolano determinate sorgenti di rumore per stabilire i limiti di tollerabilità. Tuttavia, il riferimento alle "specifiche sorgenti" non è ben definito, lasciando spazio a interpretazioni soggettive.
Una visione contraddittoria e le possibili conseguenze
Questa duplice visione normativa, che concede margine decisionale ai giudici, può portare a esiti differenti anche in casi simili. In altre parole, la stessa immissione acustica potrebbe essere considerata tollerabile in un contesto e intollerabile in un altro, pur trattandosi di una questione che riguarda il diritto alla salute, un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione.
Le tutele per i cittadini
Fortunatamente, esistono normative che tutelano i cittadini dalle immissioni acustiche eccessive. Se così non fosse, il diritto al riposo e alla salute sarebbe gravemente compromesso. Tuttavia, l’attuale quadro normativo richiede interventi più chiari e uniformi per ridurre le incertezze e garantire una maggiore equità nella gestione delle controversie.