Mercato immobiliare, per l'Europa il peggio è alle spalle

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Secondo quanto emerge dal report European Outlook 2018, presentato qualche giorno fa a Milano da Scenari Immobiliari, per il mercato mercato immobiliare europeo del 2021: gli andamenti degli investimenti'>immobiliare europeo il peggio è sicuramente alle spalle, anche se Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, illustrando i dati dello studio, ha potuto affermare che nel nostro Paese, sebbene la crisi sia finita, la ripresa appare più delicata.

Per quanto attiene i fatturati – cioè i valori dei beni scambiati – emerge che nei primi 5 Paesi europei per importanza di scambio le previsioni 2017 indicano una crescita del 6%, che dovrebbe accelerare al 9% il prossimo anno. Tuttavia, per l’Italia la previsione si ferma al 4% per il 2017, salendo poi al 6% nel 2018.

E i prezzi? Secondo lo studio i prezzi immobiliari sarebbero in ripresa in quasi tutti i settori europei, con la sola eccezione per l’industriale. A fornire il giusto impulso sarebbe la ripresa economica e il ritorno dell’inflazione, per una regola che però vale limitatamente per l’Italia, che rimane indietro anche sui prezzi: il dato medio nazionale indicato dallo Studio è di un incremento dello 0,3% nel residenziale italiano a fine anno, contro una media dei principali Paesi europei pari al +3,2%, con picchi del 5,3% per la Spagna e del 4,8% per la Germania. Per l’anno prossimo in Italia è atteso un più 1,1%.

È anche vero che non tutto il Paese cresce alla stessa velocità, visto e considerato che la media non può che celare alcune prestazioni piuttosto positive (come quelle a Milano e a Venezia) e altre piuttosto deludenti.

“Gli spazi di crescita del mercato italiano – afferma Breglia – sono notevoli nella locazione residenziale, nel terziario innovativo (come il co-working) e nell’ampia area dei servizi. Sono necessari investimenti per la messa in sicurezza delle case. Non va dimenticato che c’è quasi un milione di case in corso di costruzione, bloccate dai fallimenti o dai concordati delle imprese edili. La tassazione allontana investitori istituzionali e privati. Ci troviamo così marginali in un contesto dove l’immobiliare è uno strumento di cambiamento urbano e di allocazione di grandi risorse”.

Il report sostiene infine che solamente la Germania ha potuto superare indenne la crisi immobiliare, mentre negli altri Paesi il fatturato è pur sempre sceso, in media del 7,3%, con punte di oltre il 10% in quattro Paesi. I prezzi medi delle case sono in calo del 9% nei principali cinque Paesi, con punte del 35,6% in Spagna e un livello del 15,6% in Italia.

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