Imposta sostitutiva del mutuo: cos'è e come si calcola?

Imposta Sostitutiva ...

L’imposta sostitutiva sui mutui è stata inserita nel 1973 dal DpR n. 601 e si applica su tutti i finanziamenti che hanno una durata maggiore di 18 mesi, compresi tutti i tipi di mutui; per questo motivo l’imposta sostituiva rientra nella contabilità dei costi da sostenere quando si accende un mutuo.

L’imposta sostitutiva deve essere pagata da colui che riceve il finanziamento o il mutuo ma sarà la banca a versare la somma direttamente all'erario; nel momento in cui infatti alla banca viene richiesta una somma bisognerà calcolare che tale imposta verrà trattenuta e che quindi l’importo versato sarà inferiore a quello richiesto; la somma trattenuta sarà versata al fisco direttamente dalla banca.

Come si calcola il valore dell’imposta sostitutiva?

Come è semplice dedurre l’imposta sostitutiva sarà proporzionale alla somma richiesta e la percentuale varierà in base alla natura del finanziamento. Nonostante ciò, come anticipato, l’imposta sostitutiva si applica ad ogni tipo di finanziamento superiore ai 18 mesi e quindi a tutti i tipi di mutui, compreso il mutuo chirografario, quello ipotecario e tutte le aperture di credito. 

Se il mutuo è contratto per l’acquisto di una ristrutturazione o di una seconda casa la percentuale dell’imposta sostitutiva è pari al 2%;

Nel caso in cui si tratti invece di un mutuo per una prima casa da adibire ad abitazione principale o per i mutui per l’acquisto o la ristrutturazione per uffici o depositi l’imposta è pari allo 0,25%. Anche per i finanziamenti di auto, terreni o altri beni che non siano case l’imposta è sempre pari allo 0,25%.

Tale percentuale va applicata sul totale della somma richiesta, in tal modo se si richiede un mutuo di 100.000€ per acquistare una seconda casa, sul conto del richiedente la banca verserà 98.000€, trattenendo 2000€ di imposta sostitutiva che verserà all’erario;

 se invece si trattasse di un mutuo per prima casa di 100.000 €, Sul conto del richiedente verrebbero versati 99,750€ trattenendo 250€ di imposte.

Imposta sostitutiva: a cosa serve?

L'imposta sostitutiva, si sostituisce appunto al regime fiscale ordinario ed è opzionale; infatti queste trattenute si sostituiscono a tutte le altre tipologie di imposte che comprendono:

  • le imposte ipotecarie;
  • l’imposta di bollo;
  • l’imposta catastale;
  • l’imposta di registro;
  • le tasse sulle concessioni governative.

Chi deve pagare l’imposta sostitutiva?

L’imposta sostitutiva deve essere pagata da colui che richiede il mutuo. Il pagamento è a carico del mutuatario ma sarà l’istituto di credito a provvedere al pagamento scalando dall’importo erogato la percentuale d’imposta.

Se il mutuo è cointestato qual è l’aliquota dell’imposta sostituiva?

Nel caso di mutuo cointestato, è necessario che tutti i mutuatari facciano la loro dichiarazione in quanto l'aliquota d'imposta sostitutiva da applicare è determinata in base alla destinazione di ciascun mutuatario. 

Se si tratta ad esempio di una coppia e per entrambi si tratta di prima casa entrambi seguiranno il regime agevolato “prima casa con aliquota 0,25%; se invece, ad esempio, si tratta di un padre che sta aiutando ad acquistare la prima casa del figlio; per il figlio sarà prima casa e quindi pagherà il 0,25% di imposta sostitutiva, mentre il padre che possiede già la sua prima casa, pagherà aliquota 2%.

Ecco uno specchietto sulle percentuali da applicare in base alla funzione del mutuo:

Imposta sostitutiva mutuo prima casa: 0,25%

Imposta sostitutiva mutuo seconda casa: 2%

Imposta sostitutiva liquidità: 0,25%

Imposta sostitutiva mutuo cointestato:  ogni mutuatario avrà la propria aliquota in base alla destinazione dell’immobile.

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