Prezzi case, continua il boom in Slovenia

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Secondo quanto affermano gli ultimi dati condivisi da dall’International Residential Research di Knight Frank la Slovenia è la nazione in cui i prezzi delle case sono in più rapida crescita al mondo, con valori medi in accelerazione del 18,2% rispetto all'anno precedente. Il calo della disoccupazione, i bassi tassi di interesse e, fino a poco tempo fa, l'offerta limitata di proprietà immobiliari sono alla base della forte crescita dei prezzi.

Non sfugge peraltro come i Paesi europei rappresentano sei dei primi dieci posti di questo trimestre, con l'Ungheria (9,2%) al suo quarto posto consecutivo nella top ten delle classifiche.

Nel primo trimestre del 2019 la Cina ha registrato una ripresa della crescita dei prezzi, che ha portato la crescita annua a livello nazionale all'11,6%. Lo studio prevede tuttavia che i prezzi ad Hong Kong rimarranno sostanzialmente stabili nel resto del 2019, con la Greater Bay Area (escluse Hong Kong e Macao) che continuerà a crescere, anche se in una sola cifra. Nel resto della Cina continentale ci si aspetta invece che l'inflazione dei prezzi sia strettamente controllata attraverso una serie di misure politiche rigorose. In aprile, evidenziamo come sei città cinesi abbiano avuto una stabilizzazione dei prezzi dei terreni e delle case, e come a maggio il Ministero dell'edilizia abitativa e dello sviluppo urbano-rurale abbia esteso questi procedimenti ad altre quattro zone, come quelle di Suzhou, Foshan, Dalian e Nanning.

Lo studio si sofferma poi nel sottolineare come un discreto numero di Paesi, che nel corso del 2017 e del 2018 hanno cercato di stabilirsi in cima e in fondo alla classifica, abbiano visto un notevole cambiamento della propria sorte. Le performance precedenti, tra cui Islanda (4,4%), Turchia (3,5%) e Nuova Zelanda (3,2%), si collocano ora saldamente a metà della classifica, mentre i mercati un tempo deboli di Ucraina (1,3%), Grecia (2,4%) e Perù (2,9%), sono in aumento.

Il mercato immobiliare greco ha guadagnato slancio nel 2018, ma c'è ancora molto da fare. I prezzi sono inferiori del 40,8% rispetto al picco raggiunto nel terzo trimestre del 2008, ma il Paese ha ora registrato quattro trimestri di crescita annuale positiva.

Per quanto concerne USA e UK, non sorprende il fatto che tre anni fa gli Stati Uniti e il Regno Unito fossero fianco a fianco nella classifica, ma ora ben 17 posti separino i due Paesi. Nonostante una crescita annua del 3,7%, il tasso di crescita negli Stati Uniti sta innfatti rallentando, dal 6,5% del primo trimestre del 2018. Nel Regno Unito, l'incertezza politica ha invece portato ad un effetto "wait and see" con prezzi in aumento dell'1,4% nei 12 mesi.

Nel complesso, l'indice è aumentato del 3,9% nell'anno fino al primo trimestre 2019, con il tasso di crescita annuale più debole dell'indice in tre anni. I crescenti rischi per la crescita economica globale sotto forma di tensioni commerciali, l'indebolimento della crescita del PIL cinese e il prolungamento dei negoziati Brexit stanno influenzando il sentiment degli acquirenti. La notizia che la Banca Centrale Australiana ha tagliato i tassi di interesse e che la Federal Reserve potrebbe seguire il loro esempio nel corso dell'anno potrebbe fornire qualche stimolo.

E l’Italia? Il nostro Paese non se la passa benissimo, considerato che occupa il 52mo posto nei 56 posti indagati dalla ricerca Knight Frank, seguita solamente da Israele, Marocco, Finlandia e Australia. La variazione dei prezzi in Italia è stata negativa di 0,2 punti percentuali negli ultimi tre mesi, negativa di 1 punto percentuale negli ultimi sei mesi e negativa di 0,6 punti percentuali nell’ultimo anno. Un trend che forse mostra qualche segno di stabilizzazione, che fa tiepidamente ben sperare per un 2020 di interruzione della tendenza decrescente, o di potenziale inversione.

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