Immobili a Londra, ecco cosa provocherà la Brexit

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Per capire esattamente quel che potrebbe accadere in seguito all'esito del referendum sulla Brexit dello scorso 23 giugno, probabilmente occorrerano ancora molti mesi e diverse statistiche di supporto. Tuttavia, è comunque possibile cercare di pianificare alcune valutazioni di massima su quel che sta succedendo in queste settimane, e su quel che presumibilmente accadrà a Londra e nelle principali città del Regno Unito, dove si dovrebbe verificare un impatto che - a breve termine - sarà certamente negativa, non fosse altro per il clima di incertezza che sta continuando ad aleggiare (e lo farà ancora a lungo) sul processo di rinegoziazione commerciale tra Regno Unito e Unione Europea.

Insomma, nel breve termine è molto probabile che questa incertezza possa tradursi in una riduzione - anche molto significativa - dei prezzi immobiliari. Diverso è invece il discorso di valutazione sul medio lungo termine, visto e considerato che in un simile scenario di deprezzamento della sterlina, potrebbero crearsi numerose opportunità di attrazione per gli investitori internazionali, alla ricerca di comode strade per poter investire la propria liquidità in eccesso, anche senza ottenere dei rendimenti immediati, ma sfruttando quello che potrebbe esser comunque valutato come un buon safe haven da inserire all'interno del proprio portafoglio in un'ottica di diversificazione.

È inoltre molto probabile che il momento difficile possa non risparmiare nemmeno il mercato degli affitti, nell'intesa che la crescita dei canoni di locazione è tradizionalmente legata a quella dell'economia. In particolare, a soffrire maggiormente sarà il segmento degli uffici a Londra, dove gran parte della domanda proviene dalle istituzioni finanziari e dalle multinazionali (è insomma molto probabile che questi soggetti andranno a verificare con calma quelle che saranno le future convenienze a rimanere ancora all'interno del Paese, o privilegiare altre destinazioni).

Legando le nostre valutazioni a quanto appena affermato, è insomma molto probabile che in attesa che venga effettivamente ratificata l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea le grandi città dell'Europa continentale possano approfittare del ridimensionamento del ruolo di Londra come piazza finanziaria europea, per potersi almeno aggiudicare una parte del business finanziario che si trasferirà all'interno dei confini comunitari. Tra le città europee favorite in questo business ci sarebbe Francoforte, Berlino e Monaco per la Germania, Parigi per la Francia, Madrid per la Spagna (favorita anche da prezzi molto bassi rispetto alle sue concorrenti) e ancora Milano per l'Italia. Sarà così?

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