Mercato immobiliare, si attende il consolidamento della ripresa

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Pur timidi, i segnali di ripresa del mercato immobiliare italiano sembrano essere piuttosto confortanti, con la “voglia” di casa che nel nostro Paese si respira in misura sempre più omogenea, e non solo nelle grandi città. Una tendenza che tra l’altro si può ben verificare anche nei numeri che l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato con cadenza trimestrale, e dai quali si evince che tutti e quattro i trimestri del 2017 hanno registrato un incremento delle compravendite residenziali, soprattutto in relazione alla prima casa, per primo acquisto o per sostituzione.

Più nel dettaglio, negli ultimi tre mesi dello scorso anno la variazione delle compravendite è stata pari al 6,3% (+8,6% invece nei primi tre mesi del 2017), contraddistinguendo così l’undicesimo trimestre consecutivo di crescita in termini di volumi delle compravendite (in numeri assoluti: 152.608 unità per oltre 16 milioni di metri quadri), dal +0,3% dei capoluoghi nel centro al +12,2% di quelli al sud. Inoltre, contrariamente a quanto avveniva qualche tempo fa, gli acquisti di abitazioni nei comuni non capoluogo hanno superato quelli dei capoluoghi: +6,7% nel primo caso sul quarto trimestre 2016, mentre nei capoluoghi il rialzo è del 5,5%.

Tuttavia, appare evidente come a tale dinamismo delle transazioni non stia corrispondendo una identica ripresa dei prezzi, tanto che il 2017 – dati Istat alla mano – è il sesto anno consecutivo di calo, con una contrazione piuttosto limitata, pari a -0,3% nel quarto trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016 (era -0,8% nel terzo trimestre). Rispetto al 2010, nel 2017 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti del 15,1% (-1,4% per le abitazioni nuove, -20,5% per le esistenti). Un dato negativo che, però, dovrebbe essere ancora più negativo, valutato che non tiene conto degli anni peggiori della crisi immobiliare, dal 2008 al 2010 appunto.

Ma perché i prezzi non salgono? Sul quotidiano Il Sole 24 Ore ha detto la sua Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, secondo cui sono “due motivazioni principali alla non crescita dei prezzi. La mancanza di inflazione non fa aumentare il prezzo di quasi nessun prodotto o servizio. E la casa non fa eccezione a questa situazione. Se risale l’inflazione automaticamente saliranno anche le quotazioni. Poi c’è una motivazione interna al mercato. La maggior parte della domanda è di miglioramento abitativo (casa più grande, zona migliore, più comoda), ma la qualità media del prodotto sul mercato è scadente. Si preferisce chiedere uno sconto sul prezzo richiesto per poter ristrutturare la casa, ammesso che la posizione piaccia. Dove invece il prodotto è adeguato (come per le case nuove ben posizionate) i prezzi non scendono anzi i listini sono in rialzo”.

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