Come rilanciare il mercato immobiliare?
Sei proposte per il rilancio del mattone. Secondo il Consiglio Nazionale del Notariato “ il patrimonio immobiliare residenziale italiano ammonta a 6.355 miliardi di euro, pari a 4,2 volte il PIL e 3 volte il debito pubblico nazionale . Una significativa porzione della ricchezza e del reddito nazionale che può essere un motore importante per la crescita economica del Paese – spiega Maurizio D’Errico, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato – per questo il Notariato vuole contribuire al rilancio del mercato immobiliare attraverso riforme che possano da una parte aiutare i cittadini a comprare casa e dall’altra le imprese-costruttrici a far ripartire la propria attività limitando l’invenduto.”.
Ecco le sei proposte del Consiglio Nazionale del Notariato per favorire l’incontro tra domanda e offerta immobiliare in un mercato ingessato da un’enorme massa di invenduto, a fronte della carenza di liquidità e della difficoltà d’accesso al credito:
1) Rent to buy – Introdurre nel nostro ordinamento la disciplina del “rent to buy” o affitto con riscatto. Consentirebbe di introdurre una tutela civilistica sia nei confronti dell’acquirente che del venditore fin dalla fase di godimento, rispetto al rischio di reciproco inadempimento degli obblighi relativi al futuro trasferimento di proprietà e una tutela tributaria che prevede incentivi anche sul piano fiscale, recuperando i tributi versati durante la fase di locazione.
2) attribuzione al venditore, nel contratto di vendita a rate con riserva di proprietà, della facoltà di cedere a una banca il credito relativo al pagamento delle rate. A sua volta la banca potrà cedere il credito con un’operazione di cartolarizzazione.
3) riduzione del carico fiscale dell’ipoteca a garanzia di dilazioni di pagamento del prezzo delle compravendite.
4) riduzione del peso fiscale sui canoni d’affitto degli immobili destinati alla vendita ma rimasti invenduti e temporaneamente dati in affitto, onde consentire alle imprese di costruttrici di far fronte alle spese di gestione.
5) esenzione delle imposte indirette e dagli oneri di urbanizzazione delle dismissioni dei beni immobiliari pubblici.
6) risolvere il problema relativo alla tassazione di registro proporzionale per il contratto preliminare, che non può eccedere quanto sarà dovuto al momento della vendita.
Basteranno questi sei punti a risolvere la situazione oppure no? La situazione non è certo delle più semplici.