Building Information Modeling: il futuro delle nuove costruzioni è qui

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In un’era tecnologica come la nostra, in cui il digitale domina nettamente la scena, fin quasi a definire, se non del tutto, comunque in larga parte, le nostre stesse vite, la nostra stessa società, viene difficile pensare che ci si possa fermare soltanto a smartphone e computer. L’innovazione è, infatti, in ogni campo. Un esempio particolare è l’immobiliare.

Quando pensiamo al mondo immobiliare, spesso ci fermiamo al mercato in sé, ma se andassimo ad approfondire verso le costruzioni, ci renderemmo conto di quanto questo mondo sia molto più affascinante e innovativo di quanto si immagini. Un esempio evidente è il Building Information Modeling.

Building Information Modeling: che cos’è?

Detto in parole molto semplici, il Building Information Modeling, o più semplicemente BIM, altro non è che il futuro delle nuove costruzioni. Si tratta della rappresentazione digitale di un progetto, ma va molto oltre. Non è solo questione di dove andrà cosa, non parliamo soltanto delle caratteristiche fisiche della nuova costruzione, ma anche di quelle funzionali. Il BIM, infatti, rappresenta l’insieme delle informazioni riguardanti l’intero ciclo di una costruzione: si parte dal progetto, dalla sola idea, per arrivare fino alla demolizione dell’edificio. Insomma, è una sorta di resoconto dell’intera opera prima ancora che questa venga costruita.

Che cosa si può fare con il BIM?

Parliamoci chiaro, il Building Information Modeling è molto più di uno strumento, è una visione completa, a 360 gradi, della nuova costruzione. Tuttavia, essendo relativamente nuova, ancora ha un po’ di storia da fare. Insomma, ha qualche piccola pecca, come vedremo più avanti. Le premesse, però, sembrano già più che eccellenti.

Tanto per cominciare, trattandosi di un modello informativo che viene aggiornato costantemente, il BIM è in grado di offrire dati riguardanti:

  • geometria
  • materiali
  • struttura portante
  • caratteristiche termiche e prestazioni energetiche
  • impianti
  • costi
  • sicurezza
  • manutenzione
  • ciclo di vita
  • demolizione
  • dismissione

Per fare tutto ciò, va sottolineato, è necessaria una costante collaborazione tra tutte le figure implicate nel ciclo vitale dell’edificio: geometri, progettisti, architetti, ma anche costruttori, appaltatori e via dicendo.

Come dicevamo, però, il Building Information Modeling è molto più di uno strumento, molto più di un modello. O per meglio dire, è un modello virtuale che comprende potenzialmente ogni informazione possibile e immaginabile sulla nuova costruzione. In virtù di questa sua caratteristica, il BIM consente di ‘costruire’ l’edificio prima ancora di costruirlo effettivamente, ovvero offre una visione intera e complessiva di ogni dettaglio, come se si stesse guardando la versione concreta dell’immobile.

La realizzazione del BIM: Authoring e tools

Come ogni innovazione tecnologica del nostro tempo, anche il BIM ha alla base dei software. In questo caso parliamo di BIM Authoring e BIM tools. Sono, fondamentalmente, gli agenti che permettono la realizzazione del modello virtuale: mentre il BIM Authoring si occupa degli aspetti più immediati, ovvero modellazione architettonica, strutturale, impiantistica, infrastrutturale, i BIM tools puntano più che altro all’aspetto operativo, ovvero guardano a fattori specialistici che nel progetto vengono ignorati, quali ad esempio analisi energetica, calcolo strutturale, gestione dei costi, gestione dei tempi, gestione della sicurezza. Dunque, il BIM Authoring serve a creare un modello in 3D con le caratteristiche specifiche del progetto, i BIM tools offrono invece dati riguardanti il futuro della nuova costruzione, o meglio, i fattori da considerare nel corso dei lavori.

Perché usare il BIM?

Al di là delle spiegazioni tecniche, una domanda che potrebbe sorgere spontanea è, perché usare il Building Information Modeling? Beh, in realtà non è che ci sia molta scelta. Mentre all’estero il BIM è già in utilizzo da diverso tempo, in Italia l’abbiamo scoperto da poco, ma abbiamo iniziato a rifarci: tanto per cominciare, il Codice degli Appalti e il D.M. 560/2017 puntano proprio a regolamentare l’entrata in vigore di questo prezioso strumento, almeno per quanto riguarda gli appalti pubblici.

Al di là di ciò, il BIM è un’ottima scelta per le nuove costruzioni in quanto permette di velocizzare i lavori e migliorarne ulteriormente l’efficienza, a prescindere dal tipo di progetto. Grazie alle informazioni dettagliate che il BIM fornisce, infatti, è possibile ottenere interoperabilità, ottimizzazione dei costi, dei tempi e dei flussi operativi, integrazione, condivisione e trasparenza delle informazioni, sostenibilità. Gli errori vengono ridotti al minimo, se non addirittura eliminati, le duplicazioni diventano un ricordo del passato. Inoltre, il BIM aiuta a seguire la costruzione anche nella manutenzione e nella gestione, che spesso possono rivelarsi un incubo per i proprietari.

Le difficoltà del BIM

Come abbiamo anticipato, si tratta di un’innovazione molto recente, almeno in Italia, perciò ci sono ancora dei dettagli da migliorare. Le maggiori difficoltà riscontrate nell’utilizzo del BIM riguardano più che altro:

  • Gli alti costi da affrontare: si tratta di un metodo di lavoro completamente nuovo, e come tale implica un lungo studio, che naturalmente non è gratuito. Bisogna poi investire in nuovi strumenti.
  • La difficoltà dei software a raccapezzarsi tra le diverse marche e i diversi modelli per quanto riguarda le attrezzature.
  • Problemi di interoperabilità: il BIM necessita di diversi protagonisti, ma cosa succede quando questi non si trovano d’accordo sul software da usare?

L’ultimo problema è stato risolto dall’IFC (Industry Foundation Classes) un formato standard non modificabile. Per quanto riguarda il resto, occorrerà attendere ulteriori sviluppi. Già così, però, il BIM si presenta come un grande passo verso l’abbandono della progettazione manuale.

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