Crea gratis il tuo profilo!

Come funziona il bonus ristrutturazione, chi può richiederlo e cosa si può detrarre

Ieri abbiamo parlato delle detrazioni degli interessi sul mutuo della prima casa, ma non tutti sanno che è possibile detrarre sul 730 anche le spese di una ristrutturazione.  Ristrutturare la prima casa è spesso una scelta dettata da necessità pratiche: migliorare gli spazi, adeguare impianti, abbattere barriere architettoniche, oppure semplicemente dare nuova vita all’ambiente in cui si vive ogni giorno. Tuttavia, affrontare lavori di ristrutturazione comporta spese rilevanti. La buona notizia è che, grazie agli incentivi fiscali messi a disposizione dal Fisco, è possibile recuperare una parte consistente di queste spese nel tempo.

Una delle agevolazioni più importanti in questo ambito è la detrazione ristrutturazione prima casa, conosciuta anche come bonus ristrutturazione.

Detrazione per ristrutturazione della prima casa: come funziona

La detrazione fiscale prevista per gli interventi di ristrutturazione consente di scaricare il 50% delle spese sostenute, fino a un massimo di 96.000 euro per unità abitativa. Questo significa che, per ogni abitazione su cui si effettuano lavori rientranti nei parametri stabiliti dalla normativa, è possibile ottenere un recupero fiscale fino a 48.000 euro, suddiviso in dieci rate annuali di pari importo.

In pratica, ogni anno, per dieci anni consecutivi, è possibile detrarre dalla propria dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi) una quota delle spese sostenute per i lavori.

La ristrutturazione della prima casa consente di recuperare fino a 48.000 euro in 10 anni tramite detrazioni fiscali.

 Chi può beneficiarne?

Possono accedere al bonus ristrutturazione:

  • i proprietari della prima casa;

  • chi detiene un diritto reale sull’immobile (usufrutto, uso, abitazione);

  • gli affittuari o comodatari (con il consenso del proprietario);

  • i familiari conviventi, anche se non proprietari, a condizione che sostengano le spese e siano intestatari di fatture e bonifici;

  • i coniugi, anche se uno è fiscalmente a carico dell’altro.

Questo rende la detrazione accessibile anche a chi non possiede formalmente l’immobile, ma partecipa economicamente ai lavori.

Anche i familiari conviventi possono beneficiare della detrazione, se sostengono direttamente la spesa e sono in regola con la documentazione.

 Quali lavori si possono detrarre?

Non tutti gli interventi rientrano nella detrazione, ma la normativa è piuttosto ampia. In particolare, sono ammessi:

  • i lavori di manutenzione straordinaria (es. rifacimento di impianti, spostamento di tramezzi, ampliamenti interni);

  • gli interventi di restauro e risanamento conservativo;

  • la rimozione delle barriere architettoniche;

  • la sostituzione di infissi, sanitari, pavimenti;

  • la realizzazione di servizi igienici o miglioramenti funzionali dell’abitazione.

Inoltre, la detrazione comprende anche una serie di spese accessorie, come la progettazione, i sopralluoghi, la direzione dei lavori, la messa in sicurezza del cantiere e il pagamento degli oneri comunali.

Le spese per progettazione, sicurezza e autorizzazioni sono incluse tra quelle detraibili, se direttamente legate ai lavori.

Come si ottiene la detrazione?

Per ottenere il bonus ristrutturazione è fondamentale seguire alcune regole formali. In primo luogo, è necessario che il pagamento venga effettuato tramite bonifico parlante, ossia un bonifico in cui devono essere indicati:

  • la causale del versamento (“lavori edilizi soggetti a detrazione”),

  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione,

  • il codice fiscale o partita IVA dell’impresa che ha effettuato i lavori.

È essenziale conservare tutta la documentazione fiscale, comprese le fatture, le ricevute dei pagamenti, eventuali permessi edilizi (come la CILA) e una copia del contratto con l’impresa esecutrice.

Il pagamento tramite bonifico parlante e la corretta intestazione delle fatture sono condizioni imprescindibili per accedere alla detrazione.

Attenzione agli errori più comuni

Molti contribuenti rischiano di perdere la detrazione per errori banali ma frequenti. Tra questi:

  • intestare le fatture a persone diverse da chi effettivamente sostiene la spesa;

  • effettuare pagamenti in contanti o con bonifici ordinari;

  • non verificare la corretta classificazione catastale dell’immobile;

  • iniziare i lavori senza aver presentato eventuali comunicazioni al Comune (quando richieste).

Inoltre, è bene ricordare che le detrazioni non sono cumulabili con altri incentivi per gli stessi lavori (come, ad esempio, il Superbonus 110%).

Condividi questo articolo:

Articoli simili: