Tassi mutui 2018 previsioni: cosa succederà nei prossimi mesi

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Come ampiamente atteso dagli analisti, lo scorso 14 dicembre la Banca Centrale Europea ha confermato invariati i livelli del corridoio e i target del programma di acquisto titoli attualmente in essere. I tassi di riferimento rimangono pertanto stabili, con il tasso centrale (refi) allo 0,0%, il tasso di rifinanziamento marginale a +0,25% e quello sui depositi a -0,4%.

Per quanto poi concerne le misure non convenzionali, il Consiglio Direttivo ha confermato che proseguire con la propria politica di acquisti nell’ambito del programma di stimolo al ritmo mensile di 30 miliardi al mese fino a settembre 2018 o oltre, se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione.

Detto ciò, si rammenta come Draghi abbia anche confermato come la crescita stia proseguendo con un ritmo robusto e decisamente migliore di quelle che erano le previsioni, con un crescente livello di omogeneità tra i vari Paesi. Ha poi sottolineato come la politica monetaria stia accompagnando la ripresa economica, e come sia ancora necessaria tale policy in maniera tale che l’inflazione raggiunga il target della BCE. Nel complesso il messaggio di Draghi non propone alcuna novità di rilievo rispetto alla riunione di fine ottobre e non sposta la bilancia dell’orientamento di politica monetaria della BCE, confermando che a vasta maggioranza il Consiglio Direttivo si trova d’accordo sul lasciare il programma di acquisto titoli come open ended, e dà poche indicazioni addizionali sull’orientamento futuro della Banca centrale.

Ma quali sono stati i riflessi sui tassi? Per il momento, a distanza di qualche settimana dalla riunione BCE, i tassi Euribor (punti di riferimento per i tassi di interesse variabili) restano stabili e negativi su tutte le scadenze. Un quadro di tassi compressi, quello di cui sopra, dovrebbe dunque confermarsi anche per i mesi prossimi, sulla scia di una politica monetaria ancora estremamente accomodante.

Per quanto concerne invece il mondo dei fissi, i tassi Eurirs, dopo la decisione della Banca Centrale Europea, sono leggermente saliti, soprattutto sulle scadenze brevi e medie. I livelli dei tassi rimangono comunque storicamente piuttosto ridotti, seppur più elevati rispetto ai minimi di metà 2016. Si giustifica pertanto la scelta per una preferenza verso l’indebitamento flessibile o a tasso fisso rispetto a quello a tasso variabile, per gli orizzonti temporali medio-lunghi. Gli orizzonti temporali brevi o brevissimi possono invece beneficiare in misura più significativa di un prolungato periodo di tassi Euribor o BCE a livelli minimi.

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