Trentino, l'immobiliare cresce di quasi il 10%

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Il settore immobiliare del Trentino? Cresce piuttosto bene, almeno sotto il profilo delle vendite, che hanno subito una crescita di quasi il 10%, a fronte di prezzi ancora stazionari (c’è però qualche buon segnale di ripresa). Certo, le percentuali di crescita non sono più quelle degli anni passati, quando la base di calcolo delle progressioni delle compravendite era terribilmente bassa (+ 20% tra il 2015 e il 2016), ma l’aumento dei primi quattro mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017 fa comunque sorridere gli analisti, considerati che si è passati dai 1.402 atti dello scorso anno ai 1.539 atti del primo quadrimestre del 2018. Un dato che, avvertono gli osservatori, deve comunque tenere conto di alcuni atti presi in consegna a dicembre e registrati a gennaio, così come di alcuni eventuali atti mancanti, poiché registrati solo nel mese di maggio.

In questo contesto, buone sono le prestazioni degli stranieri, con i russi in prima fila e con un’attenzione prevalentemente incentrata nella zona di Riva del Garda, un richiamo molto forte per coloro che desiderano investire su una casa vacanza. La situazione è positiva anche nelle valli, come quelle di Fiemme e di Fassa, in cui i prezzi degli immobili non hanno subito grandi variazioni.

“Dobbiamo dire che i dati attestano una tendenza prevalentemente positiva del mercato immobiliare - ha sottolineato Severino Rigotti, presidente della Federazione italiana mediatori e agenti d’affari (Fimaa) della Provincia di Trento -. Il 90% delle case viene acquistato con mutui ed abbiamo registrato vendite importanti relativamente agli immobili nuovi, con un +3%, anche se l’usato va ancora per la maggiore. Il centro storico sta tornando a giocare un ruolo importante, tuttavia ci sono anche delle negatività che non possono essere ignorate”.

Per quanto concerne le negatività, tra i riferimenti c’è sicuramente quello al mercato delle aste, con 270 mila immobili disponibili, di cui solamente 80 mila assegnati. Ne deriva che 190 mila immobili rientrano in questo particolare processo, mettendo spesso in difficoltà gli agenti immobiliari, che finiscono con il ritrovarsi smarriti davanti a delle valutazioni economiche che sono molto diverse a seconda della modalità di vendita.

“Escluse le grandi città italiane, nel resto del mercato dobbiamo ammettere che non vi sono grandi positività - ha concluso Rigotti -. Certo, vi sono zone in cui il mercato va molto bene e viceversa, ma in generale su questo punto non possiamo dirci soddisfatti di un andamento che, seppur prevalentemente stazionario, sembra presagire un piccolo calo”.

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