RAPPORTO 2016 FEDERCOSTRUZIONI

Rapporto 2016 Federc...

Primi segnali di ripresa per il settore

E' stato presentato in occasione del SAIE (Salone dell'Innovazione Edilizia Bologna 19 al 22 ottobre - 52esima edizione ), da Federcostruzioni, il proprio rapporto annuale (2016) in cui si illustrano i «primi segnali positivi per la filiera delle costruzioni dopo otto lunghi anni di crisi stimando per quest’anno un piccolo incremento del valore della produzione per il 2016 ( 0,7%), dopo la perdita dello 0,5% nel 2015 e del 3% nel 2014». Così vicepresidente di Federcostruzioni Luigi Di Carlantonio e il segretario generale Luigi Perissich hanno ricordato come il periodo che va dal 2008 al 2015 è stato drammatico per la filiera delle costruzioni che ha visto perdere 131 miliardi di euro (ossia quasi il 30% del valore della produzione) perdendo 674mila posti di lavoro.

Seppur tutti i settori della filiera edilizia hanno sofferto la crisi, sicuramente , in termini assoluti è il comparto delle costruzioni ad avere perso un più consistente valore della produzione (-79,4 miliardi di euro). Da rilevare comunque come dati positivi dell’export hanno in ogni caso attutito l’effetto negativo della forte contrazione della domanda interna.

In termini relativi, le flessioni più consistenti si sono manifestate nei settori dei laterizi (-72,4%), del commercio delle macchine per il movimento terra, da cantiere e per l’edilizia (-59,5%), del cemento e calcestruzzo (-54,1%), dei bitumi e dell’asfalto (-45,2%), della siderurgia (-42,4%), dei prodotti del vetro (-42,1%), del commercio delle macchine per il movimento terra (-41,4%).

Come sostenere i segnali di ripresa

Per Federcostruzioni, servono comunque misure incisive ed è necessario puntare sull’innovazione e la digitalizzazione dei processi produttivi includendo la filiera delle costruzioni nella strategia Industria 4.0 , ossia investimenti che stimolino l’innovazione per la quarta rivoluzione industriale; puntando su una strategia digitale .

L'intero comparto deve quindi inserisrsi nella quarta rivoluzione industriale, mediante una strategia digitale basata su cinque pilastri:

  • governance: cabina di regia governativa, sul modello della Piattaforma 4.0 tedesca, guidata da presidenza del consiglio e ministero dello Sviluppo Economico, coinvolgendo anche l’Economia, l’Istruzione, enti locali, imprese, sindacati, comunità scientifica;
  • infrastrutture: piano banda ultralarga, sviluppo reti wireless e 5G, reti elettriche intelligenti, Digital Innovation hub e cluster territoriali, PA digitale e open data;
  • competenze digitali: formazione scolastica, formazione professionale per Neet (giovani che non studiano e non lavorano) e impiegati in settori a rischio, formazione manager e imprenditori, formazione permanente e welfare;
  • ricerca: ricerca diffusa sul territorio e ruolo strategico delle università, centri di ricerca europei per competizione internazionale;
  • open innovation: imprese data driven, Made in Italya e Internet of Things.

Mentre dal Governo si attende perseveranza per il rilancio del mercato dei lavori pubblici, il potenziamento degli incentivi per la riqualificazione e la messa in sicurezza , degli edifici privati e pubblici e la riqualificazione del territorio e del patrimonio edilizio pubblico. Allora, grande attesa per tutte quelle misure che il Governo si appresta a mettere in campo nella prossima legge di bilancio sul fronte delle regole per il rilancio del settore nonchè del mercato dei lavori pubblici.

Sempre per Federcostruzioni, bisogna che : «......’innovazione e la digitalizzazione dei processi produttivi, omissis...... queste rappresentano le grandi sfide che le imprese devono saper cogliere per lasciarsi alle spalle la crisi e poter dare un contributo decisivo alla ripresa dell’intera economia. Le potenzialità del settore d’altronde sono ancora enormi. Basti pensare che un aumento di domanda di un miliardo di euro nelle costruzioni genera, come si evidenzia nel rapporto, una ricaduta complessiva sull’intero sistema economico di oltre 3,5 miliardi, con la relativa creazione di 15.555 unità di lavoro».

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