L’estetica e la progettazione dei parcheggi

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L’idea che la costruzione e progettazione dei parcheggi, sia secondaria, è del tutto sbagliata. In città, tale progettazione, richiede una maggiore attenzione e studio rispetto alle tipiche architetture che siamo abituati a vedere. Il rischio, al contrario, è quello di creare parcheggi anonimi, squallidi, pianeti di calcestruzzo, senza contorni, senza bellezza, funzionalizzati al contenimento delle auto, ma senza alcuna pretesa. Dar vita alle solite opere di calcestruzzo, prive di ogni gusto, non serve.

Calder Loth, famoso storico d’arte e architettura, nel suo ultimo studio rileva delle importanti conclusioni. Ovvero, nelle metropoli odierne nessuno si pone il problema. Sembra che i parcheggi siano autorizzati ad essere privi di estetica e quindi, brutti.

Ci sono, però, delle eccezioni di carattere positivo, cercando alcuni famosi esempi. Se guardiamo agli Usa, infatti, Loth nomina parcheggi ben riusciti e di grande bellezza, tra cui possiamo citare il Sixth Street Garage di Richmond, in Virginia, un parcheggio multipiano in stile Art Deco che data 1927. Secondo lo storico si tratterebbe di un’ampia dimostrazione che anche un parcheggio multipiano può diventare un’opera architettonica. Anche altre piattaforme sono state lodate, come ad esempio, una piattaforma di parcheggio a New Haven, Connecticut, disegnata da Paul Rudolph. Questa riprende lo stile architettonico Brutalist. C’è poi il parcheggio di Staunton, aperto nel 2000, che ben sposa le esigenze con l’estetica.

Infine, Loth ricorda come le condizioni delle città e le limitazioni dello spazio necessitino della progettazione di parcheggi interrati. Un’idea potrebbe essere quella di creare giardini e aree verdi in superficie, andando a mitigare l’impatto ambientale dei lavori.

In molte città italiane esiste il problema dei parcheggi, purtroppo non sempre si riesce a trovare una soluzione

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